La scrittura di Francesco Aprile, per dirla con Gilles Deleuze, "scava una lingua straniera nella lingua" ed è un gomitolo avvolgente che nel suo stesso farsi enuncia e pronuncia un'idea di poesia come atto indocile, essa stessa oggetto fra gli oggetti, anzi materia vivente, azione fisica in divenire, mai del tutto compiuta, mai del tutto incompiuta. (Alfonso Lentini)
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